Digital Pharma: navigare nell’era della trasformazione farmaceutica digitale

Rivoluzione Digitale nel Pharma

La digitalizzazione nel settore farmaceutico si sta manifestando attraverso varie forme innovative. L’intelligenza artificiale e il machine learning, per esempio, stanno ridefinendo i paradigmi della scoperta e dello sviluppo di nuovi farmaci, accelerando significativamente i tempi di ricerca e riducendo i costi​​. Allo stesso tempo, strumenti come la blockchain stanno garantendo una maggiore sicurezza e tracciabilità nella catena di distribuzione dei farmaci, contribuendo alla lotta contro la contraffazione​​. (Pharma Industry Trends 2024: Harnessing the Power of Technology)

La Necessità di Aggiornamento per le Aziende

Per rimanere competitive, le aziende farmaceutiche devono integrare attivamente le tecnologie digitali nei loro processi. Questo include l’adozione di avanzati sistemi di analisi dei dati e l’implementazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per personalizzare i trattamenti. Inoltre, è fondamentale che queste aziende adottino una prospettiva centrata sul paziente, impiegando la tecnologia per migliorare l’esperienza del cliente e fornire terapie mirate e efficaci.

Alcuni dei benefici immediati infatti possono essere:

  1. Personalizzazione del Trattamento: La tecnologia digitale permette trattamenti più personalizzati, basati sulle specifiche esigenze di ciascun paziente.
  2. Efficienza nel R&D: La riduzione dei tempi e dei costi associati alla ricerca e allo sviluppo di nuovi farmaci.
  3. Miglioramento della Sicurezza del Paziente: Maggiore sicurezza nella produzione e distribuzione dei farmaci.
  4. Decisioni Basate sui Dati: L’uso dei big data e dell’IA permette decisioni più informate e basate sull’evidenza.

Evoluzione del Mercato Farmaceutico

La digitalizzazione ha introdotto nuovi canali e metodi di commercializzazione e distribuzione dei farmaci. Con l’emergere di modalità come la telemedicina e le app sanitarie, le aziende farmaceutiche si trovano a interagire direttamente con i consumatori, offrendo soluzioni personalizzate e rispondendo tempestivamente alle mutevoli esigenze del mercato. Questa tendenza richiede una strategia omnicanale robusta e un approccio agile​​.

Sfide della Trasformazione Digitale

Nonostante i benefici, la trasformazione digitale nel settore farmaceutico presenta sfide significative. La protezione dei dati dei pazienti e la conformità alle normative restano di primaria importanza. Inoltre, vi è la necessità di superare la resistenza interna al cambiamento e di assicurare che il personale sia adeguatamente formato per sfruttare pienamente le potenzialità delle nuove tecnologie.

Conclusione

In conclusione, l’era digitale nel settore farmaceutico non è solo una tendenza, ma una necessità imperativa per le aziende che desiderano rimanere competitive nel mercato. Coloro che abbracciano con successo queste innovazioni e si focalizzano sull’esperienza del paziente saranno i leader dell’innovazione e del progresso in questo settore in rapida evoluzione.

HITRUST: Un Ponte tra Sicurezza dei Dati e Conformità nel Settore Sanitario

Cos’è HITRUST

HITRUST è un’organizzazione che si concentra sulla sicurezza e la privacy delle informazioni sanitarie. È stato progettato per aiutare le organizzazioni sanitarie a gestire i rischi per la sicurezza dei dati e a garantire la conformità con le normative in modo più efficace ed efficiente. Il suo framework, HITRUST CSF, è una piattaforma che integra i principi di vari standard e regolamenti, tra cui HIPAA, NIST, ISO e COBIT.

Vediamoli nel particolare:

  • HIPAA (Health Insurance Portability and Accountability Act): Una legge statunitense che fornisce linee guida sulla privacy e la sicurezza dei dati sanitari, assicurando la protezione delle informazioni personali dei pazienti.
  • NIST (National Institute of Standards and Technology): Un’agenzia del governo degli Stati Uniti che sviluppa standard tecnologici, inclusi quelli per la sicurezza informatica, utilizzati sia nel settore pubblico che privato.
  • ISO (International Organization for Standardization): Un’organizzazione internazionale indipendente che sviluppa e pubblica standard internazionali per un’ampia varietà di settori, inclusi quelli relativi alla qualità, alla sicurezza e all’efficienza.
  • COBIT (Control Objectives for Information and Related Technologies): Un framework per la gestione e la governance delle tecnologie dell’informazione, focalizzato sul miglioramento dell’efficienza e della performance aziendale attraverso pratiche IT efficaci.

L’Importanza di HITRUST nel Settore Sanitario

Nel settore sanitario, dove la gestione delle informazioni sensibili dei pazienti è di fondamentale importanza, HITRUST CSF fornisce una guida completa per la sicurezza e la privacy dei dati. Questo framework aiuta le organizzazioni a ridurre il rischio di violazioni dei dati e a migliorare la gestione della sicurezza delle informazioni. La certificazione HITRUST è diventata un punto di riferimento per le organizzazioni che cercano di dimostrare il loro impegno nella protezione dei dati dei pazienti.

Perché HITRUST

Adottare HITRUST CSF aiuta le organizzazioni sanitarie a navigare nel complesso panorama della conformità e della sicurezza dei dati. Offre un framework unificato che riduce la necessità di aderire a molteplici standard e regolamenti, semplificando il processo di conformità. Inoltre, aiuta a stabilire una cultura della sicurezza all’interno dell’organizzazione, enfatizzando l’importanza di proteggere le informazioni dei pazienti.

Conclusione

In conclusione, HITRUST CSF è un elemento cruciale per il settore sanitario nell’era digitale. Offre un percorso chiaro per la sicurezza dei dati e la conformità, assicurando che le organizzazioni sanitarie possano fornire non solo cure di alta qualità ma anche proteggere le informazioni sensibili dei loro pazienti. La sua adozione è un passo importante verso la creazione di un ambiente sanitario più sicuro e conforme.

La Rivoluzione della Connected Health: Come la Tecnologia Sta Trasformando la Sanità

Che cos’è la Connected Health?

La Connected Health si riferisce all’utilizzo di tecnologie digitali e di comunicazione per fornire e ottimizzare la cura sanitaria a distanza. Questo include l’uso di dispositivi indossabili per il monitoraggio della salute, applicazioni mobili, telemedicina, piattaforme online per la gestione dei pazienti e l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale per analizzare dati sanitari.

Vantaggi della Connected Health

  • Accessibilità Migliorata: Per le comunità remote o con scarsa disponibilità di servizi sanitari, offre un’accessibilità senza precedenti alle cure mediche.
  • Personalizzazione delle Cure: Grazie all’analisi dei dati, i professionisti possono offrire trattamenti più personalizzati e basati sulle specifiche esigenze di ciascun paziente.
  • Prevenzione e Monitoraggio Continuo: I dispositivi indossabili e le app mobili consentono un monitoraggio costante della salute, aiutando nella prevenzione e nella gestione tempestiva delle condizioni mediche.
  • Efficienza nel Sistema Sanitario: Può ridurre i costi e migliorare l’efficienza, alleggerendo il carico sui sistemi sanitari tradizionali.

Sfide e Considerazioni

Nonostante i numerosi vantaggi, la Connected Health presenta anche delle sfide. La protezione dei dati personali e la sicurezza informatica sono di primaria importanza, considerando la natura sensibile delle informazioni sanitarie. Inoltre, è fondamentale garantire l’equità nell’accesso a queste tecnologie, affinché non creino disparità nella qualità delle cure tra diverse popolazioni.

Conclusione:

La Connected Health sta già iniziando a trasformare il modo in cui riceviamo e gestiamo le cure sanitarie. Mentre naviga tra sfide e opportunità, promette di rendere la sanità più accessibile, efficiente e personalizzata per tutti. Nel mondo di oggi, in rapida evoluzione, adattarsi a questi cambiamenti non è solo una possibilità, ma una necessità.

Progetti cross funzionali in azienda e omnicanalità

I progetti cross funzionali sono iniziative aziendali che coinvolgono collaborazioni tra diverse funzioni o dipartimenti all’interno di un’organizzazione per raggiungere un obiettivo comune. Questi progetti coinvolgono spesso team multidisciplinari provenienti da diverse aree funzionali come marketing, vendite, produzione, finanza, risorse umane, ecc. Ecco alcune informazioni sui progetti cross funzionali e come possono essere stimolati, nonché il loro impatto sui processi di marketing e vendita.

Il perché dei progetti cross funzionali in azienda

I progetti cross funzionali sono fondamentali in quanto consentono all’azienda di affrontare sfide complesse e di raggiungere obiettivi strategici che richiedono una collaborazione tra diverse funzioni. Hanno lo scopo di:

  1. Sfruttare competenze diverse: Coinvolgendo esperti da diverse funzioni, i progetti cross funzionali possono sfruttare le competenze e le prospettive diverse per affrontare problemi complessi.
  2. Migliorare la comunicazione e la coordinazione: Promuovono la comunicazione tra dipartimenti e contribuiscono a superare i silos organizzativi, migliorando la coordinazione tra le funzioni.
  3. Massimizzare l’efficienza: Riducono il rischio di duplicazione degli sforzi e consentono di utilizzare in modo più efficiente le risorse aziendali.

Come stimolare i progetti cross funzionali

Per stimolare i progetti cross funzionali, è importante creare un ambiente aziendale favorevole alla collaborazione. Ecco alcune strategie:

  1. Leadership impegnata: L’alta dirigenza dovrebbe promuovere e sostenere attivamente la collaborazione tra funzioni.
  2. Obiettivi chiari: Definire obiettivi chiari e condivisi che richiedano la collaborazione di diverse funzioni.
  3. Team dedicati: Creare team multidisciplinari con membri provenienti da diverse funzioni.
  4. Comunicazione efficace: Favorire una comunicazione aperta e trasparente tra i membri del team.
  5. Risorse adeguate: Fornire le risorse necessarie per il successo del progetto.

Impatto sui processi di marketing e vendita

I progetti cross funzionali possono avere un impatto significativo sui processi di marketing e vendita, in quanto questi processi spesso richiedono la collaborazione tra diverse funzioni. Ad esempio:

  • Marketing: La collaborazione tra marketing e produzione può essere cruciale per garantire che i prodotti siano pronti per essere commercializzati in modo efficace. Inoltre, la cooperazione tra marketing e finanza è importante per la gestione del budget delle campagne.
  • Vendite: La vendita può beneficiare dei progetti cross funzionali quando richiede la personalizzazione di prodotti o servizi per soddisfare le esigenze dei clienti. La collaborazione tra vendite e produzione può garantire che le promesse fatte ai clienti possano essere mantenute.

Esempi di progetti cross funzionali in azienda

  • Azienda B2B: Un’azienda che produce macchinari industriali potrebbe avviare un progetto cross funzionale che coinvolge ingegneri di produzione, vendite e sviluppo di prodotti per creare una nuova linea di prodotti personalizzata per i clienti.
  • Azienda manifatturiera: Un’azienda manifatturiera potrebbe lanciare un progetto cross funzionale che coinvolge la produzione, la logistica e le vendite per ottimizzare la catena di approvvigionamento e ridurre i tempi di consegna.
  • Azienda farmaceutica: Un’azienda farmaceutica potrebbe avviare un progetto cross funzionale che coinvolge ricerca e sviluppo, produzione e regolamentazione per portare un nuovo farmaco sul mercato.

Errori da evitare nella governance di progetti cross funzionali

  • Mancanza di chiarezza sugli obiettivi e sulle responsabilità.
  • Comunicazione insufficiente tra i membri del team.
  • Inadeguata gestione dei conflitti interni.
  • Aspettative irrealistiche rispetto alle risorse disponibili.

Best practice nella gestione di progetti cross funzionali

  • Definire chiaramente gli obiettivi del progetto e le responsabilità.
  • Assegnare un leader di progetto competente.
  • Favorire la comunicazione aperta e la condivisione delle informazioni.
  • Stabilire milestone e scadenze chiare.
  • Valutare regolarmente il progresso del progetto e apportare aggiornamenti se necessario.

In sintesi, i progetti cross funzionali sono fondamentali per affrontare sfide complesse e raggiungere obiettivi aziendali strategici. La chiarezza negli obiettivi, la collaborazione efficace e la gestione adeguata sono chiavi per il loro successo.

Omnicanalità e progetti cross funzionali

l’omnicanalità può essere considerata un progetto cross funzionale in azienda, ed ecco il motivo:

L’omnicanalità riguarda la creazione di un’esperienza fluida e coerente per i clienti su tutti i canali di interazione con l’azienda, che possono includere negozi fisici, siti web, app mobile, social media, servizio clienti e altri. Per raggiungere questo obiettivo, è spesso necessario coinvolgere e coordinare diverse funzioni o dipartimenti all’interno dell’organizzazione. Ecco perché l’omnicanalità può essere considerata un progetto cross funzionale:

  1. Coinvolgimento di diverse funzioni: Per fornire un’esperienza omnicanale coerente, è probabile che siano coinvolte funzioni come marketing, vendite, tecnologia dell’informazione, servizio clienti, logistica, e-commerce e altri. Ognuna di queste funzioni può avere un ruolo nell’implementazione dell’omnicanalità.
  2. Coordinazione tra canali: L’omnicanalità richiede una stretta coordinazione tra i canali di comunicazione e vendita dell’azienda. Ad esempio, i dati dei clienti devono essere condivisi tra i diversi canali in modo che un cliente possa iniziare un’interazione su un canale e continuare su un altro senza problemi. Questa coordinazione spesso coinvolge diverse funzioni.
  3. Tecnologia e infrastruttura: Implementare l’omnicanalità può richiedere investimenti tecnologici significativi. La tecnologia deve essere integrata tra i vari canali e i sistemi aziendali. La gestione di questi aspetti tecnologici coinvolge spesso il reparto IT.
  4. Gestione dei dati: L’omnicanalità richiede la gestione efficace dei dati dei clienti per garantire un’esperienza personalizzata e coerente. Questa gestione dei dati coinvolge tipicamente il reparto IT e il reparto marketing.
  5. Processi operativi: I processi aziendali devono essere rivisti e adattati per supportare l’omnicanalità. Questo può richiedere la collaborazione tra diverse funzioni per garantire che i processi siano allineati con l’obiettivo omnicanale.

Per questi motivi, l’implementazione dell’omnicanalità è spesso considerata un progetto cross funzionale in quanto richiede la collaborazione e la coordinazione di diverse funzioni all’interno dell’azienda per offrire un’esperienza senza soluzione di continuità ai clienti su tutti i canali.

Che valore può portare una digital agency?

Una digital agency può svolgere un ruolo significativo nel facilitare i progetti cross funzionali in azienda, specialmente quando questi progetti riguardano l’implementazione di soluzioni digitali o l’ottimizzazione delle strategie digitali. Ecco come una digital agency può contribuire a promuovere e sostenere l’efficacia dei progetti cross funzionali:

  1. Esperti digitali: Le digital agency sono esperte nel campo del marketing digitale, dello sviluppo web, delle app mobili, dell’ottimizzazione SEO e di altre discipline digitali. Possono fornire competenze specializzate necessarie per i progetti che richiedono una componente digitale significativa.
  2. Pianificazione strategica: Le digital agency possono aiutare a sviluppare strategie digitali chiare e coerenti che integrano diverse funzioni aziendali. Queste strategie possono definire obiettivi, target di pubblico e tattiche digitali per il progetto.
  3. Sviluppo e implementazione tecnologica: Se un progetto richiede lo sviluppo di siti web, app o altre soluzioni digitali, una digital agency può gestire l’intero processo, dalla progettazione alla realizzazione. Questo aiuta a garantire che i requisiti tecnologici del progetto siano soddisfatti in modo efficace.
  4. Gestione dei dati: Le digital agency possono aiutare nell’acquisizione, nell’analisi e nella gestione dei dati rilevanti per il progetto. Questo è particolarmente importante per i progetti che richiedono una gestione avanzata dei dati dei clienti.
  5. Monitoraggio e analisi delle prestazioni: Le digital agency possono monitorare le prestazioni delle iniziative digitali e fornire analisi dettagliate. Questo aiuta a misurare il successo del progetto e a identificare opportunità di miglioramento.
  6. Formazione e consulenza: Le digital agency possono fornire formazione e consulenza al personale aziendale coinvolto nel progetto cross funzionale. Questo aiuta a garantire che tutti abbiano una comprensione chiara dei compiti e dei processi digitali coinvolti.
  7. Sviluppo di contenuti: Se il progetto richiede la creazione di contenuti digitali, come testi, immagini o video, una digital agency può gestire la produzione e l’ottimizzazione di questi materiali.
  8. Integrazione tra canali: Le digital agency possono aiutare a garantire che tutti i canali digitali siano integrati in modo efficace per offrire un’esperienza senza soluzione di continuità ai clienti.
  9. Gestione del progetto: Una digital agency può svolgere un ruolo di coordinamento nel progetto cross funzionale, garantendo che tutte le attività digitali siano allineate con gli obiettivi globali del progetto.

In sintesi, una digital agency può fungere da partner strategico e di esecuzione per facilitare la realizzazione di progetti cross funzionali in azienda che richiedono una componente digitale. Il loro expertise e la loro esperienza nel campo digitale possono essere preziosi per il successo di tali progetti.

Digital Experience Platform (DXP): perché è importante per la tua azienda

DXP sta per Digital Experience Platform, che è una piattaforma software progettata per aiutare le aziende a creare, gestire e fornire esperienze digitali coinvolgenti ai propri clienti attraverso una varietà di canali, come siti web, applicazioni mobili, social media e altri punti di contatto digitali.

Una DXP integra tipicamente una serie di funzionalità e tecnologie, tra cui la gestione dei contenuti, la gestione dei dati dei clienti, l’analisi dei dati, la personalizzazione, la gestione dei processi aziendali, l’e-commerce e gli strumenti di marketing. L’obiettivo principale di una DXP è quello di fornire esperienze utente straordinarie, uniformi e coerenti attraverso tutti i canali digitali, in modo da migliorare l’engagement del cliente, aumentare le conversioni e fidelizzare i clienti.

Che differenza c’è tra un sito, un customer portal e una DXP?

Un sito web è una collezione di pagine web connesse tramite link, che possono essere visualizzate utilizzando un browser web. Un sito web può fornire informazioni, contenuti, funzionalità e servizi a un pubblico di utenti, ma di solito è limitato alle funzionalità di base come la presentazione dei contenuti e l’interazione limitata con gli utenti.

Un customer portal e una DXP sono entrambi strumenti utilizzati dalle aziende per migliorare l’esperienza del cliente, ma ci sono alcune differenze significative tra i due.

Un customer portal è un’area web protetta e privata accessibile solo ai clienti dell’azienda, dove possono accedere a informazioni personalizzate, eseguire operazioni specifiche (come la gestione degli ordini o il supporto tecnico), comunicare con l’azienda e accedere a servizi di self-service. Un customer portal è progettato per fornire un’esperienza personalizzata e interattiva ai clienti, ma in genere si concentra solo su una parte specifica dell’esperienza del cliente.

Una DXP, d’altra parte, è una piattaforma software che combina molte funzionalità diverse, come la gestione dei contenuti, la gestione dei dati dei clienti, la personalizzazione, la gestione dei processi aziendali, l’e-commerce e gli strumenti di marketing, per creare, gestire e fornire esperienze digitali coinvolgenti ai clienti in tutti i canali digitali.

In sintesi, mentre un customer portal si concentra sulla gestione di specifiche interazioni con i clienti, una DXP offre un’esperienza più ampia e completa che copre l’intero percorso del cliente attraverso tutti i canali digitali.

Quali sono le funzionalità tipiche di una DXP?

Le funzionalità tipiche di una DXP possono variare a seconda del prodotto specifico, ma di seguito elenco alcune delle funzionalità comuni che si possono trovare in molte DXP:

  1. Gestione dei contenuti: la DXP consente agli utenti di creare, modificare, pubblicare e gestire contenuti digitali (testi, immagini, video, ecc.) su una varietà di canali, come siti web, applicazioni mobili e social media.
  2. Gestione dei dati dei clienti: la DXP consente di raccogliere, gestire e utilizzare i dati dei clienti per offrire esperienze personalizzate e coinvolgenti. Ciò include l’integrazione con sistemi di CRM, la gestione dei profili dei clienti, la segmentazione dei clienti e l’analisi dei dati.
  3. Personalizzazione: la DXP consente di offrire esperienze personalizzate ai clienti sulla base dei loro interessi, comportamenti e preferenze. Ciò include la personalizzazione dei contenuti, delle offerte e delle promozioni.
  4. Gestione dei processi aziendali: la DXP consente di automatizzare i processi aziendali, come la gestione degli ordini, la fatturazione e la gestione degli inventari, al fine di offrire un’esperienza cliente senza interruzioni.
  5. E-commerce: la DXP consente di creare e gestire un negozio online integrato con il resto della piattaforma.
  6. Strumenti di marketing: la DXP fornisce una varietà di strumenti di marketing, come l’email marketing, la gestione delle campagne pubblicitarie, il targeting basato sui dati e l’analisi del comportamento del cliente.
  7. Analytics: la DXP fornisce analisi dei dati avanzate per monitorare le prestazioni e identificare le aree di miglioramento.

In sintesi, una DXP è una piattaforma software completa che offre una vasta gamma di funzionalità per creare, gestire e fornire esperienze digitali coinvolgenti ai clienti in tutti i canali digitali.

Che piattaforma scegliere per una DXP?

  • WordPress è una piattaforma CMS (Content Management System) molto popolare, che può essere utilizzata per creare un sito web e implementare funzionalità avanzate di DXP. Rispetto ad altre soluzioni verticali pensate per essere delle DXP, WordPress permette
  • Adobe Experience Manager: una piattaforma DXP completa che offre gestione dei contenuti, analisi, personalizzazione, e-commerce, marketing e gestione dei dati dei clienti. È particolarmente indicata per le grandi aziende che richiedono funzionalità avanzate e integrazioni.
  • Sitecore Experience Platform: una piattaforma DXP altamente scalabile e personalizzabile che offre funzionalità avanzate di gestione dei contenuti, personalizzazione, analisi, marketing e gestione dei dati dei clienti. È particolarmente indicata per le aziende che desiderano un alto grado di flessibilità e personalizzazione.
  • Salesforce Digital Experience Platform: una piattaforma DXP che offre funzionalità di gestione dei contenuti, personalizzazione, e-commerce, marketing e gestione dei dati dei clienti, integrata con la piattaforma Salesforce CRM. È particolarmente indicata per le aziende che utilizzano già Salesforce CRM e desiderano integrare la gestione dell’esperienza del cliente con il resto della loro piattaforma di gestione delle relazioni con i clienti.
  • Acquia Digital Experience Platform: una piattaforma DXP che offre funzionalità di gestione dei contenuti, personalizzazione, analisi, e-commerce e gestione dei dati dei clienti. È particolarmente indicata per le aziende che utilizzano Drupal come sistema di gestione dei contenuti.
  • Episerver Digital Experience Platform: una piattaforma DXP che offre funzionalità di gestione dei contenuti, personalizzazione, analisi, e-commerce, marketing e gestione dei dati dei clienti. È particolarmente indicata per le aziende che richiedono funzionalità avanzate di gestione dei contenuti e personalizzazione.

Quali sono i parametri importanti da considerare quando un’azienda deve scegliere una DXP?

Ci sono molti parametri importanti da considerare quando un’azienda deve scegliere una piattaforma DXP. Di seguito elenco alcuni dei parametri più importanti:

  1. Esigenze e obiettivi aziendali: l’azienda deve valutare le proprie esigenze e obiettivi specifici, come la creazione di esperienze digitali coinvolgenti, la gestione dei dati dei clienti, l’e-commerce, la personalizzazione, il marketing e l’analisi dei dati, e scegliere una piattaforma che possa soddisfare queste esigenze.
  2. Funzionalità: l’azienda deve valutare le funzionalità offerte dalla piattaforma, come la gestione dei contenuti, la personalizzazione, la gestione dei dati dei clienti, l’e-commerce, la gestione dei processi aziendali e gli strumenti di marketing, e scegliere una piattaforma che offra le funzionalità che sono importanti per la propria attività.
  3. Integrazioni: l’azienda deve valutare la capacità della piattaforma di integrarsi con altri sistemi utilizzati dall’azienda, come il sistema di gestione delle relazioni con i clienti (CRM), i sistemi di analisi dei dati, i sistemi di gestione dell’inventario e altri sistemi aziendali.
  4. Scalabilità: l’azienda deve valutare la capacità della piattaforma di scalare per soddisfare le esigenze di crescita dell’azienda e garantire che la piattaforma possa gestire un volume crescente di traffico e dati dei clienti.
  5. Sicurezza: l’azienda deve valutare la sicurezza della piattaforma, compresi i protocolli di sicurezza, la conformità alle normative e la protezione dei dati dei clienti.
  6. Facilità d’uso: l’azienda deve valutare la facilità d’uso della piattaforma, compresa l’interfaccia utente e la facilità di configurazione e personalizzazione della piattaforma.
  7. Supporto tecnico: l’azienda deve valutare la qualità del supporto tecnico offerto dalla piattaforma, compresa la disponibilità di documentazione, la formazione e il supporto tecnico continuo.

In sintesi, la scelta di una piattaforma DXP richiede la valutazione di molti parametri importanti, comprese le esigenze e gli obiettivi dell’azienda, le funzionalità, le integrazioni, la scalabilità, la sicurezza, la facilità d’uso e il supporto tecnico.

Quali sono gli errori più comuni nell’implementazione di una soluzione di DXP?

Ecco alcuni degli errori più comuni nell’implementazione di una soluzione di DXP:

  1. Non definire chiaramente gli obiettivi: un errore comune è quello di non definire chiaramente gli obiettivi dell’implementazione della DXP. Senza obiettivi chiari, può essere difficile valutare se la soluzione è riuscita o meno.
  2. Ignorare l’esperienza utente: un’altra trappola comune è quella di concentrarsi troppo sulle funzionalità tecniche della DXP e non sulla qualità dell’esperienza utente. Una buona DXP deve essere progettata per fornire un’esperienza utente fluida e coinvolgente.
  3. Non considerare le integrazioni: una DXP deve essere integrata con altri sistemi e applicazioni dell’azienda per fornire una soluzione completa. Non considerare le integrazioni necessarie può portare a una soluzione incompleta e inefficace.
  4. Non investire in una formazione adeguata: una soluzione di DXP può essere complessa e richiedere una formazione adeguata per gli utenti. Non investire in una formazione adeguata può portare a una scarsa adozione della soluzione e una bassa efficacia.
  5. Non testare adeguatamente la soluzione: è importante testare la soluzione di DXP in diversi scenari e con diversi utenti per valutare la sua efficacia e identificare eventuali problemi.
  6. Non tenere conto della scalabilità: una soluzione di DXP deve essere in grado di scalare per soddisfare le esigenze di crescita dell’azienda. Non considerare la scalabilità può portare a problemi a lungo termine.
  7. Ignorare la sicurezza: una soluzione di DXP deve essere sicura e protetta dai rischi di violazione della sicurezza. Ignorare la sicurezza può portare a violazioni dei dati dei clienti e a conseguenze legali.

In sintesi, gli errori più comuni nell’implementazione di una soluzione di DXP includono la mancata definizione degli obiettivi, l’ignorare l’esperienza utente, la mancata considerazione delle integrazioni, la mancata formazione adeguata, la mancata adeguata fase di testing, la mancata considerazione della scalabilità e l’ignorare la sicurezza.

Cos’è il medical marketing

Come riportato da Dignity Health, il medical marketing è un’attività di marketing che si concentra sulla promozione di prodotti e servizi nel settore della salute, in particolare nel campo farmaceutico. In questo articolo esploreremo il mondo del medical marketing, analizzando le figure coinvolte, le differenze tra il marketing b2c e il medical marketing, la differenza tra trade marketing e medical marketing, e infine, come le agenzie specializzate in medical marketing possono supportare il processo.

Che cosa si intende per medical marketing

Il medical marketing è un tipo di marketing che si concentra sulla promozione di prodotti farmaceutici e servizi nel campo della salute. Il suo obiettivo principale è quello di comunicare con i medici e i pazienti attraverso canali di comunicazione personalizzati e di fornire informazioni dettagliate sulle caratteristiche e i vantaggi dei prodotti farmaceutici.

Quali figure in un’azienda pharma se ne occupano

In un’azienda farmaceutica, la funzione del medical marketing è gestita da un team di professionisti altamente specializzati. Questi professionisti hanno conoscenze approfondite del settore della salute e sono in grado di comunicare in modo efficace con i medici e i pazienti.

Il team di medical marketing comprende solitamente un medico, che si occupa dell’aspetto scientifico del prodotto e delle informazioni sui suoi benefici, un responsabile di marketing, che si occupa della pianificazione e dell’implementazione di strategie di marketing, e un responsabile delle relazioni con gli stakeholder, che si occupa di stabilire relazioni di collaborazione con le figure chiave del settore sanitario.

Che differenza c’è tra il marketing B2C di un’azienda pharma e il medical marketing

La distinzione fondamentale tra il marketing b2c di un’azienda farmaceutica e il medical marketing consiste nella tipologia di destinatari del messaggio. Il marketing b2c ha come obiettivo la promozione diretta ai consumatori, finalizzata all’aumento delle vendite e alla diffusione del brand. Invece, il medical marketing si concentra sulla comunicazione con medici e pazienti, fornendo loro informazioni precise e dettagliate sui prodotti farmaceutici e sui loro vantaggi.

La differenza tra trade marketing e medical marketing

Il trade marketing e il medical marketing sono due discipline distinte, sebbene abbiano obiettivi simili. Il trade marketing si concentra sulla promozione di prodotti attraverso canali di distribuzione, come farmacisti e distributori, con l’obiettivo di aumentare le vendite. Invece, il medical marketing si concentra sulla comunicazione con i medici e i pazienti, fornendo loro informazioni dettagliate sui prodotti farmaceutici e sui loro benefici.

In breve, il trade marketing si concentra sulla promozione del prodotto come un oggetto di consumo, mentre il medical marketing si concentra sull’educazione dei medici e dei pazienti sui benefici dei prodotti farmaceutici.

Agenzie specializzate in medical marketing

Le agenzie specializzate in medical marketing offrono servizi di supporto alle aziende farmaceutiche nella promozione dei loro prodotti. Queste agenzie mettono insieme competenze di marketing, competenze scientifiche e strumenti digitali per creare una strategia di marketing personalizzata e mirata.

Le agenzie di medical marketing offrono una vasta gamma di servizi, tra cui la progettazione di campagne pubblicitarie, la creazione di materiale educativo e informativo per i medici e i pazienti, la gestione della presenza online dell’azienda farmaceutica, la pianificazione di eventi di formazione e molto altro ancora.

Una delle principali sfide per le agenzie specializzate in medical marketing è la necessità di rispettare i regolamenti riguardanti la pubblicità dei prodotti farmaceutici. Questi regolamenti possono variare da paese a paese, ma in generale, le agenzie di medical marketing devono assicurarsi che le loro attività promozionali siano in linea con le norme etiche e legali del settore.

Tra le principali agenzie di medical marketing ci sono CDM, Ogilvy CommonHealth, Sudler & Hennessey e W2O Group. Anche noi di Bryan, grazie alla nostra lunga esperienza con diversi clienti, siamo specializzati nel settore del medical marketing.

Panoramica delle agenzie di medical marketing

Le agenzie di medical marketing possono essere suddivise in due categorie principali: quelle che si concentrano sulla pubblicità e quelle che si concentrano sull’educazione medica.

Le agenzie di pubblicità si concentrano sulla creazione di campagne pubblicitarie creative e innovative che catturino l’attenzione dei medici e dei pazienti. Queste agenzie utilizzano una vasta gamma di strumenti, tra cui la pubblicità sui social media, la creazione di siti web, la pubblicità sui motori di ricerca e la pubblicità su riviste specializzate.

Le agenzie di educazione medica si concentrano sulla creazione di materiale educativo e informativo per i medici e i pazienti. Queste agenzie utilizzano una vasta gamma di strumenti, tra cui la creazione di materiale didattico, la pianificazione di eventi di formazione e la gestione di siti web dedicati all’educazione medica.

Etica e trasparenza nel medical marketing

È importante sottolineare che il medical marketing deve essere condotto con una grande attenzione all’etica e alla trasparenza, in quanto la salute pubblica è un bene di primaria importanza. Pertanto, le attività di medical marketing devono essere in linea con le norme e i regolamenti del settore, come il Codice Deontologico della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) e le normative della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti d’America.

Conclusioni

In sintesi, il medical marketing è una pratica sempre più importante nel settore sanitario che si occupa della promozione di prodotti e servizi attraverso tecniche di marketing specifiche. Il medical marketing si differenzia dal marketing B2C per il pubblico di riferimento, ovvero i professionisti del settore sanitario anziché i pazienti. Inoltre, si differenzia dal trade marketing per la finalità educativa e per il fatto che si rivolge a professionisti della salute che non vendono direttamente prodotti.

Per svolgere attività di medical marketing in modo etico e trasparente, le aziende si affidano a agenzie specializzate in grado di combinare competenze di marketing, competenze scientifiche e strumenti digitali. Tuttavia, è importante che tutte le attività di medical marketing siano svolte in conformità con le norme e i regolamenti del settore per garantire la sicurezza e la salute dei pazienti.

In conclusione, il medical marketing rappresenta un’opportunità per le aziende del settore sanitario di costruire un’immagine positiva del brand e di generare nuove opportunità di business, collaborazioni e partnership. Allo stesso tempo, è importante che l’attività di marketing sia svolta in modo etico e responsabile per garantire la tutela della salute dei pazienti.

Modello BANT

Nel mondo delle vendite business-to-business, un lead qualificato è un potenziale cliente che hai esaminato e determinato come probabile acquirente per il prodotto o il servizio della tua azienda. Ma come si fa a qualificare i lead di vendita? Una delle tecniche di qualificazione dei lead più antiche e ampiamente utilizzate è il metodo BANT.

Cos’è il modello BANT

BANT è un acronimo che sta per Budget, Authority, Need, e Timing. Si tratta di un modello utilizzato per la qualificazione dei prospect, ovvero per capire se un potenziale cliente è un’opportunità valida per la vendita di un prodotto o un servizio. Il modello BANT è stato sviluppato negli anni ’60 da IBM per identificare i fattori chiave che influenzano la decisione di acquisto di un cliente.

Come riportato da Hubspot, dal punto di vista aziendale, i rappresentanti di vendita potrebbero apprendere in anticipo tutte le informazioni per determinare se il potenziale cliente sia adatto ai suoi prodotti. In caso contrario, verrebbe tolto dal processo di vendita.

Il modello BANT è stato sviluppato da IBM per aiutare i suoi rappresentanti delle vendite a identificare rapidamente i lead più promettenti. Questo con lo scopo di poter concentrare il loro tempo sulla vendita a quei clienti che hanno maggiori possibilità di successo. In questo modo, le aziende possono ottimizzare i loro sforzi di vendita e aumentare la probabilità di successo.

L’acronimo del modello BANT

Come detto, BANT sta per Budget, Authority, Need, e Timing, vediamo ora nel dettaglio a cosa si riferiscono le singole voci.

Budget: Questo fattore riguarda la disponibilità finanziaria del prospect per l’acquisto del prodotto o del servizio. È importante conoscere il budget del prospect per capire se l’offerta può essere soddisfatta e se c’è spazio per negoziare i prezzi.

Authority: Il fattore Authority riguarda la capacità del prospect di prendere decisioni di acquisto. È importante identificare se il prospect ha il potere decisionale per effettuare l’acquisto o se è necessario coinvolgere altre persone nella decisione.

Need: Questo fattore riguarda la necessità del prospect del prodotto o servizio. È importante identificare se il prospect ha una reale necessità che può essere soddisfatta dal prodotto o servizio che si offre.

Timing: Il fattore Timing riguarda la tempistica dell’acquisto. È importante conoscere se il prospect è pronto ad acquistare ora o se ci sono altri fattori che impediscono l’acquisto a breve termine.

Come utilizzare il modello BANT

Ora che abbiamo fatto una panoramica sul BANT, vediamo più nel dettaglio come utilizzare questo modello durante una telefonata di vendita.

  1. Comprendi il ROI previsto dai tuoi potenziali clienti: Per capire il ROI atteso dai tuoi prospect, è importante comprendere i loro requisiti in materia di ROI. Questo ti aiuterà a valutare se il tuo prodotto o servizio è adatto a loro e, in caso affermativo, come puoi presentare la tua soluzione in modo ottimale. Ad esempio, se vendi un sistema CRM a $100 al mese, e i requisiti di ROI del tuo prospect sono aumentare le vendite del 10% e hanno un team di vendita di 5 persone, il ROI previsto sarebbe di $500 al mese ($100 x 5 = $500).
  2. Mappa i ruoli e le priorità delle parti interessate: una volta che hai compreso il ROI del tuo potenziale cliente, il passo successivo è identificare le figure chiave coinvolte nella decisione d’acquisto. Questo ti permetterà di capire a chi vendere e quali sono le loro priorità. Ad esempio, se stai vendendo un nuovo sistema software, i responsabili delle decisioni potrebbero essere il direttore dell’IT, il direttore finanziario e il CEO. Conoscere queste informazioni ti aiuterà a concentrarti sui giusti interlocutori e a presentare la tua soluzione in modo più efficace.
  3. Quantificare i punti deboli: il passo successivo è valutare le sfide che il tuo prospect sta affrontando. Questo ti permetterà di comprendere come il tuo prodotto o servizio può rispondere alle loro esigenze specifiche. Ad esempio, se vendi uno strumento di gestione dei progetti, puoi quantificare il problema chiedendo quanto tempo viene perso ogni settimana a causa della gestione manuale dei progetti. Conoscere queste informazioni ti aiuterà a presentare la tua soluzione in modo più rilevante e convincente.
  4. Guarda oltre il problema iniziale del tuo prospect: è importante considerare che il problema iniziale del tuo prospect potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Ad esempio, se vendi un sistema CRM a una piccola azienda, il loro primo problema potrebbe essere la mancanza di tracciabilità dei dati dei clienti. Tuttavia, attraverso ulteriori domande, potresti scoprire che stanno anche affrontando sfide nella gestione delle pipeline di vendita e nella previsione delle vendite. Conoscere tutti questi problemi ti permetterà di offrire una soluzione più completa e di aumentare la tua probabilità di successo nella vendita.
  5. Comprendi tempistica e budget del tuo cliente: conoscendo i responsabili delle decisioni e le loro priorità, puoi anche valutare la tempistica del processo di acquisto. Ad esempio, se il CFO è il decisore, potrebbe voler vedere un ROI a tre anni prima di prendere una decisione d’acquisto. D’altra parte, se il CEO è il responsabile delle decisioni, potrebbe essere più interessato a come il tuo prodotto o servizio può supportare i loro obiettivi aziendali. Questa comprensione ti permetterà di adattare la tua presentazione di vendita e di essere preparato a rispondere alle domande e alle preoccupazioni specifiche del potenziale cliente.
  6. Resta sul pezzo per eventuali obiezioni, ritardi o preoccupazioni: se la preoccupazione è la difficoltà nell’utilizzo del prodotto, potresti offrire una demo o un webinar che mostri come è semplice utilizzare il tuo prodotto. È importante essere pronti a rispondere alle obiezioni del cliente e mostrare come il tuo prodotto o servizio può superare i loro problemi e aiutarli a raggiungere i loro obiettivi.
  7. Utilizza strumenti digitali per tenere traccia delle trattative: in questo modo, puoi mantenere il controllo delle trattative, non perdere opportunità e garantire che il processo di vendita sia ben organizzato. Utilizzare uno strumento di vendita come Sales Hub ti aiuta a gestire meglio i lead e a ottenere il massimo dal tuo tempo di vendita.

Opzioni aggiuntive di processo

La generazione e la qualificazione dei lead richiede tempo. Man mano che il tuo team di vendita continua a crescere, considera questi altri tipi di strategie di qualificazione dei lead, ciascuna con la propria attenzione alle opportunità:

FAINT

Funds (Fondi), Authority (Autorità), Interest (Interesse), Need (Necessità), Timing (Tempistica)

Questo metodo di qualificazione dei lead cerca i lead che non sempre hanno in programma un acquisto, ma che hanno comunque la capacità di farlo, se arriva il prodotto giusto. Le aziende che si convertono bene con un approccio FAINT tendono ad avere un potere d’acquisto noto, ed è per questo che il finanziamento è al centro della discussione.

ANUM

Authority (Autorità), Need (Necessità), Urgency (Urgenza), Money (Denaro)

Iniziate identificando il decisore, quindi cercate di risolvere un problema esistente. Chiedete al potenziale cliente in quanto tempo può decidere una soluzione e se ha il denaro per effettuare l’acquisto.

CHAMP

Changes (Cambiamenti), Authority (Autorità), Money (Denaro), Prioritization (Priorità)

Il CHAMP consiste nel vendere per superare un problema. Il venditore sfrutta l’urgenza del lead di superare una sfida.

MEDDIC

Metrics (Metriche), Economic Buyer (Acquirente economico), Decision Criteria (Criteri decisionali), Decision Process (Processo decisionale), Identify Pain (Identificazione del dolore), Champion (Campione)

L’approccio MEDDIC è stato sviluppato per aumentare l’accuratezza delle previsioni. Qualunque sia la metodologia scelta dal vostro team, il diagramma di flusso dei lead qualificati di Lucidchart è un modo semplice e veloce per tracciare i progressi del vostro lead nurturing.

Come sapere se la qualificazione dei lead funziona

Nonostante tutto il duro lavoro, la pianificazione e lo sforzo, può essere difficile determinare se il tuo tempo sarà ricompensato. Il lead ha davvero l’intenzione di acquistare? Anche se nulla è mai certo, Lucidchart ha individuato alcuni segnali positivi che indicano che il tuo vantaggio si sta interessando al prodotto:

  • Il potenziale cliente continua la conversazione ponendo domande. Fai anche tu alcune domande per mantenere il flusso di informazioni.
  • Il lead ha pensato per un po’ di tempo a una specifica sfida aziendale e cita esempi specifici. Risposte ben formulate potrebbero indicare che il lead si è soffermato su questo problema per un po’ di tempo ed è pronto a fare un cambiamento.
  • Il lead ha un’idea della soluzione che sta cercando. Chi è in una posizione di autorità tende ad avere il polso della situazione per quanto riguarda le difficoltà dell’azienda, le cose che vanno bene e le soluzioni più adatte.

Man mano che continui a perfezionare e determinare il profilo di un cliente di successo, la qualificazione dei lead diventerà più sofisticata. Lungo il percorso, la qualificazione dei lead può anche aiutare i tuoi dipendenti a conoscere meglio i prodotti mentre interagiscono con i vari lead e lavorano per superare le obiezioni.

La qualificazione dei lead serve a ridurre l’incertezza nel tempo, poiché il team di vendita acquisisce sempre più esperienza nell’identificare i lead fattibili in una vasta gamma di opportunità. Se noti che i tuoi contatti non producono risultati, potrebbe essere opportuno rivedere la tua strategia e cercare opportunità in un target di pubblico diverso.

Per concludere

In sintesi, BANT implica la qualificazione dei potenziali clienti basata su budget, autorità, necessità e tempistica, con la necessità di soddisfare solo tre di questi criteri. BANT è durato nel tempo grazie alla sua efficacia, memorabilità e applicabilità a vari prodotti, fasce di prezzo e processi di vendita, e viene utilizzato al meglio con domande ponderate e inserite naturalmente in una conversazione a due vie. Tuttavia, una volta che un potenziale cliente è stato qualificato, il lavoro non è ancora concluso e sarà necessario utilizzare strumenti adeguati per gestire la pipeline e chiudere più trattative.

I 12 Archetipi Junghiani

La brand identity è ciò che distingue un’azienda o un prodotto dai suoi concorrenti e comunica i suoi valori e la sua missione ai consumatori. Creare una forte brand identity può aiutare a costruire la lealtà con il cliente e aumentare le vendite. Uno strumento utile per la creazione di una brand identity efficace sono gli archetipi junghiani, che possono essere utilizzati per comprendere meglio i comportamenti dei consumatori e creare un’immagine di marca coerente e memorabile.

Chiarezza, coerenza e originalità, sono elementi chiave che caratterizzano l’identità di un brand. Questi elementi, come abbiamo già visto nell’articolo dedicato alla brand identity, devono essere presenti in tutti i materiali di comunicazione dell’azienda, dal sito web ai canali social, e anche in eventuali materiali non digitali come la carta intestata.

Costruire una forte identità di marca non è un compito facile, tuttavia è fondamentale per il successo di un’azienda, in particolare in settori altamente competitivi. Per creare una brand identity efficace, è importante utilizzare alcune strategie e strumenti, come ad esempio i 12 archetipi junghiani.

La nascita dei 12 archetipi junghiani

I 12 archetipi junghiani sono stati sviluppati dallo psicoanalista svizzero Carl Jung per descrivere i modelli di comportamento umano comuni. Jung ha teorizzato che questi archetipi sono radicati nell’inconscio collettivo dell’umanità e che influenzano il modo in cui le persone pensano, sentono e si comportano.

La nascita degli archetipi di Jung risale agli inizi del XX secolo, quando Jung iniziò a sviluppare la sua teoria dell’inconscio collettivo. Egli ha notato che molti dei suoi pazienti avevano esperienze simili e ha iniziato a raccogliere queste esperienze comuni in quello che ha chiamato l’inconscio collettivo. Ha poi identificato alcuni modelli di comportamento comuni che ha chiamato archetipi.

Modelli di comportamento universali

Gli archetipi sono modelli di comportamento universali che sono radicati nell’inconscio collettivo dell’umanità. Essi sono rappresentati da personaggi o immagini che rappresentano un aspetto particolare del comportamento umano. Ad esempio, l’archetipo del guerriero rappresenta il coraggio, la forza e la determinazione, mentre l’archetipo della madre rappresenta l’amore, la protezione e la cura.

I dodici archetipi di brand

Gli archetipi di brand, se utilizzati in modo appropriato, riflettono la personalità dell’azienda e aiutano ad allineare le diverse personalità con le specifiche “Customer Personas”. Esaminiamo ora più da vicino quali sono gli archetipi.

ruota 12 archetipi junghiani
  • Innocente: I marchi con l’archetipo Innocente hanno un desiderio fondamentale di fornire felicità. Sono positivi e ottimisti ed evitano attivamente il malanimo verso gli altri. Vedono il mondo come meraviglioso e divertente e desiderano trasmettere questa sensazione diffondendo gioia dove possono. Questi marchi puntano sull’onestà, sulle buone virtù e sulla semplicità piuttosto che sull’innovazione.
  • L’uomo comune (Everyman): I marchi Everyman sono senza pretese, relazionabili e avvicinabili. Si sforzano di creare legami profondi con le persone e desiderano piacere a tutti. Spesso sono piuttosto generici e sono guidati da un desiderio fondamentale di comunità e appartenenza. Detestano distinguersi e non mostrano estremi di carattere o di opinione, preferendo essere inclusivi. Tuttavia, anche se sono spesso apprezzati, a volte possono essere facilmente dimenticati.
  • L’eroe: L’eroe ha un forte senso del bene e del male, cerca di fare la differenza e di superare ingiustizie e problemi. Ha un desiderio fondamentale di padronanza e ispira gli altri a spingersi oltre. I marchi Hero ritraggono il successo attraverso il duro lavoro e l’impegno e affrontano le sfide a testa alta. Sono orgogliosi del fatto che il loro lavoro li distingua e lo considerano importante e stimolante.
  • Il ribelle: noto anche come fuorilegge, cerca di sconvolgere il proprio settore e di sfidare lo status quo. Cerca attivamente di strappare le regole e di smantellare i paradigmi esistenti. Il Ribelle è felice di correre dei rischi per creare qualcosa di unico e stimolante e si considera un libero pensatore. Non piacciono a tutti e spesso creano un seguito simile a un culto, ispirando una forte fedeltà al marchio tra un pubblico ristretto e affiatato.
  • L’esploratore: questi brand sono guidati dal desiderio di libertà e indipendenza e non sono limitati dai confini tipici. Sono simili ai Ribelli, ma tendono all’esplorazione piuttosto che alla rottura. Gli Esploratori odiano il conformismo e preferiscono spingersi in un territorio inesplorato dove si presentano nuove sfide e nuovi obiettivi. Sono avventurosi e coraggiosi e sono in un continuo viaggio di scoperta.
  • Il creatore: ha una visione e il desiderio di creare un prodotto o un’esperienza duratura che realizzi la sua visione. Sono innovatori e anticonformisti e spesso sono i primi a realizzare un concetto e a spingersi oltre i confini della creatività e del design. Danno la possibilità agli altri di pensare in modo creativo e di esprimere sé stessi attraverso i prodotti che producono e le esperienze che creano.
  • Il governatore: è una personalità dominante che desidera potere e controllo. Ama le regole, soprattutto quando è in grado di stabilirle e di rispettarle aspettandosi che gli altri le seguano. I dominatori sono spesso eccezionalmente sicuri di sé, orgogliosi della loro competenza e possiedono forti capacità di leadership. Tuttavia, sono anche personalità affidabili e stabili. Si considerano la forza trainante e difendono aggressivamente la loro posizione, temendo di essere scalzati e di perdere il loro potere.
  • Il mago: è un visionario che vuole stupire il proprio pubblico con esperienze nuove ed emozionanti e realizzare i propri sogni.  Ama portare i suoi seguaci in un viaggio mistico e regalare loro momenti magici che rimangano impressi nella memoria. I maghi assaporano la conoscenza, ma preferiscono usarla per realizzare la loro visione piuttosto che condividerla direttamente con il mondo.
  • L’amante: sono appassionati e intimi e sono motivati dal desiderio. I brand sono spesso sensuali ed empatici, motivati a diventare più attraenti dal punto di vista emotivo e fisico per il loro pubblico. Tuttavia, possono anche essere spirituali, di compagnia e orientati alla famiglia. La loro passione può a volte offuscare la loro attenzione o essere prepotente e a volte la paura della perdita o della solitudine può consumare tutto.
  • I caregiver: sono spinti dalla compassione e dal desiderio di aiutare gli altri. Vogliono che gli altri si sentano nutriti e sicuri e difendono coloro che sono meno fortunati di loro. I caregiver sono spesso figure di maternità che si trovano nei settori dell’insegnamento, della carità e soprattutto dell’assistenza.
  • Il giullare (Jester): questi brand vogliono far ridere le persone e portare spensieratezza in tutto ciò che fanno. I marchi Jester mantengono un atteggiamento giocoso e vedono il bene in ogni situazione.
  • Il saggio: l’archetipo del saggio, chiamato da Jung “senex” (vecchio in latino), è un ricercatore di conoscenza e saggezza e crede che la verità renda liberi. Non cercano di cambiare il mondo da soli, ma preferiscono mettere gli altri in condizione di farlo, cercando informazioni preziose e condividendole. Spesso imparano per tutta la vita, sono leader di pensiero e sono ottimi mentori.

Gli ambiti di utilizzo dei 12 archetipi

Gli archetipi di Jung possono essere utilizzati in molti campi, come la psicologia, la letteratura, le arti e il marketing. Nella psicologia, gli archetipi possono essere utilizzati per comprendere meglio i comportamenti e le motivazioni delle persone. Nella letteratura e nelle arti, gli archetipi possono essere utilizzati per creare personaggi e narrazioni più efficaci. Nel marketing, gli archetipi possono essere utilizzati per creare campagne pubblicitarie che parlino al profondo desiderio o bisogno del consumatore.

Gli archetipi e il marketing

Come anticipato, questi archetipi possono essere utilizzati anche nel marketing per comprendere meglio i comportamenti dei consumatori e creare campagne pubblicitarie più efficaci, vediamo alcuni esempi.

  1. Il saggio – nel marketing, questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi che offrono soluzioni ai problemi dei consumatori, come ad esempio libri di auto-aiuto, corsi online, consulenze personali.
  2. Il mago – questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi che promettono di cambiare la vita dei consumatori in meglio, come ad esempio programmi di perdita peso, corsi di meditazione, prodotti per il benessere.
  3. L’eroe – nel marketing, questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi che offrono sicurezza e protezione, come ad esempio sistemi di allarme, servizi di sicurezza privata, prodotti sportivi.
  4. L’innocente – questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi che promettono di riportare i consumatori alla semplicità e alla purezza, come ad esempio prodotti biologici, vacanze in campagna, prodotti per l’infanzia.
  5. L’amante – questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi legati alla bellezza e alla moda, come ad esempio cosmetici, profumi, abbigliamento di lusso.
  6. L’esploratore – nel marketing, questo archetipo può essere utilizzato per promuovere prodotti o servizi che offrono esperienze emozionanti e trasformative, come ad esempio viaggi avventura, attività estreme, prodotti per il benessere spirituale.

Perché gli archetipi di brand sono importanti

Come spiega March Branding, sebbene gli archetipi di marca siano stati adottati solo relativamente di recente come strumento di marketing e di posizionamento del marchio, essi esistono da migliaia di anni nelle forme d’arte narrativa e si trovano ovunque, dai film alla letteratura, fino agli imprenditori e ai personaggi storici.

Gli archetipi nello storytelling

Nello storytelling, gli archetipi vengono utilizzati per creare un immediato senso di familiarità tra il pubblico e un personaggio. Questo vale anche per la storia del vostro marchio ed è per questo che gli archetipi del marchio sono un importante strumento di marketing.

Questo meccanismo di narrazione e di attaccamento emotivo è il motivo per cui ci sono alcuni brand verso i quali si gravita naturalmente, questo perché ci fanno sentire bene o ci danno la carica quando li riconosciamo. Questi brand si sono posizionati con cura, creando una personas che si connette con noi a livello sia conscio che subconscio, allineandosi a un unico archetipo che riflette al meglio i loro valori e la loro vision. Hanno saputo sfruttare il potere del loro archetipo per differenziarsi dalla concorrenza, costruendo un rapporto più forte con noi grazie alla loro personalità unica.

L’utilizzo degli archetipi porta un brand al successo

Gli archetipi di brand aiutano a determinare i tratti del carattere umano che riflettono più fedelmente il tuo marchio. Ciò consente di creare connessioni più profonde con il pubblico e i clienti, basate su forti interazioni emotive. Aiutano a creare una forza attrattiva verso il brand grazie a valori condivisi. Il risultato è una migliore percezione del marchio, una maggiore brand advocacy e una base di clienti più forte e più fedele.

GA4 e GDPR: la soluzione proxy

Il problema di Google Analytics 4 (GA4) in relazione al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) in Italia riguarda la raccolta e l’utilizzo dei dati dei visitatori del sito web. GA4 raccoglie dati sull’attività degli utenti sui siti web per fornire informazioni utili ai proprietari del sito per migliorare l’esperienza degli utenti e ottimizzare la pubblicità. Tuttavia, ciò potrebbe violare il GDPR se non vengono rispettate le norme sulla protezione dei dati.

Per conformarsi al GDPR, le soluzioni applicabili includono:

  1. Richiedere il consenso esplicito degli utenti per la raccolta e l’utilizzo dei loro dati tramite un modulo di consenso.
  2. Fornire un’informativa sulla privacy che spiega chiaramente come vengono utilizzati i dati raccolti e come gli utenti possono gestire le loro preferenze sulla privacy.
  3. Impostare il tracciamento solo per i dati strettamente necessari per le finalità del sito e assicurarsi che siano anonimizzati o pseudonimizzati.
  4. Utilizzare strumenti di monitoraggio della conformità per verificare che il sito soddisfi le norme del GDPR.
  5. Nominare un responsabile della protezione dei dati (DPO), se necessario.

GA4 tramite proxy

Un proxy è un server intermediario che funge da intermediario tra un client e un server remoto. In relazione a Google Analytics 4 (GA4), un proxy può essere utilizzato per trasmettere i dati raccolti da GA4 a un server intermediario, dove possono essere anonimizzati o pseudonimizzati prima di essere inviati al server di GA4. Ciò significa che i dati degli utenti non vengono memorizzati in modo identificabile da GA4.

Il funzionamento di GA4 con un proxy è il seguente:

  1. Il codice di tracciamento di GA4 viene inserito nel sito web, come al solito.
  2. Quando un utente visita il sito, i dati di tracciamento vengono raccolti e inviati al server intermediario (proxy).
  3. Il proxy anonimizza o pseudonimizza i dati prima di inviarli al server di GA4.
  4. GA4 riceve i dati anonimizzati o pseudonimizzati e li utilizza per generare statistiche e report sulle attività degli utenti sul sito.
  5. L’utilizzo di un proxy consente di ridurre il rischio di violazione del GDPR poiché i dati degli utenti non vengono memorizzati in modo identificabile da GA4.

Si precisa che l’utilizzo di un proxy non garantisce la conformità al GDPR. È importante che siano rispettate le altre norme del GDPR, come la richiesta del consenso esplicito degli utenti per la raccolta e l’utilizzo dei loro dati, la fornitura di un’informativa sulla privacy chiara e trasparente e la limitazione dei dati raccolti solo a quelli strettamente necessari per le finalità del sito.

Un proxy può essere utilizzato come una delle soluzioni per utilizzare Google Analytics 4 (GA4) in conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) in Italia ed è la soluzione che suggeriamo ai nostri clienti.

Tuttavia, un proxy da solo non garantisce la conformità al GDPR. È importante che siano rispettate le altre norme del GDPR, come la richiesta del consenso esplicito degli utenti per la raccolta e l’utilizzo dei loro dati, la fornitura di un’informativa sulla privacy chiara e trasparente e la limitazione dei dati raccolti solo a quelli strettamente necessari per le finalità del sito.

Si consiglia di consultare un esperto di protezione dei dati per verificare che il proprio sito web soddisfi le norme del GDPR e per implementare le soluzioni appropriate per la conformità, incluso l’utilizzo di un proxy.

Cos’è il modello Big Five OCEAN e perché è utile in ambito marketing

È possibile prevedere il comportamento delle persone in base ad alcuni loro tratti della personalità? La risposta è sì. Infatti, come abbiamo già visto in un precedente articolo del nostro blog, le informazioni qualitative, come i tratti della personalità, possono aiutare a capire meglio che cosa è importante per i potenziali clienti e come vengono prese le decisioni di acquisto.

Inoltre, dal momento che la personalità del cliente è legata alle sue attitudini e al suo comportamento, lo studio di queste caratteristiche può essere utile tanto allo sviluppo di prodotti e servizi quanto al miglioramento della comunicazione.

Attirare l’attenzione del pubblico

I professionisti del marketing hanno sempre avuto gli stessi obiettivi: attirare l’attenzione dei potenziali clienti, costruire relazioni, convertire l’interesse nelle vendite e mantenerli interessati dopo la vendita. Per raggiungere questi obiettivi, i marchi devono fare appello alle emozioni e ai fattori scatenanti della personalità giusta, il che significa che devono comprendere la personalità del pubblico al di là dei semplici dati demografici.

Per riuscire davvero a colpire il proprio target, è importante conoscerlo come se fosse un amico o un collega. Ed è proprio questo che rende possibile il successo di un brand, la sua relazione con il suo consumatore. Inoltre, come riportato da Marketing Week, studi recenti hanno scoperto che le pubblicità e i messaggi di marketing sono più efficaci quando riflettono non solo gli interessi del loro pubblico, ma anche i tratti della loro personalità. 

I brand, per creare una relazione con il proprio target e per creare una comunicazione efficace, possono attingere dalla psicologia. In che senso? Quando in psicologia si parla di personalità, si fa subito riferimento al Big Five OCEAN. Questo modello, infatti, nel mondo accademico è considerato lo standard aureo per esplorare la personalità. Il Big Five classifica la personalità in cinque dimensioni: apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo.

Che cos’è il modello Big 5 OCEAN

La personalità si sviluppa nel corso del tempo attraverso una serie di fasi della nostra vita, come la nascita, l’adolescenza, la pubertà, l’età adulta e l’anzianità. In generale, la nostra coscienza e personalità cambiano nel tempo e diventano dinamiche e tendenti al cambiamento, anche in base alle esperienze vissute durante la vita.

Il modello Big 5 è stato introdotto per la prima volta negli anni Sessante grazia a Robert McCrae e Paul Costa. Tuttavia, è solo dagli anni ’90 che è iniziato ad essere maggiormente utilizzato da diversi psicologi, tanto da diventare oggi un modello solido, empirico e basato sui dati. È per questo che nella moltitudine di modelli incentrati su un approccio nomotetico allo studio della personalità, risulta uno dei più condivisi e testati.

Come è composto il modello Big Five

Il modello proposto da Costa e McCrae individua e illustra le cinque personalità umane più condivise tra le differenti culture. Individuare e analizzare i diversi tratti della personalità, è strategicamente molto utile in ambito marketing. Infatti, permette di lavorare meglio sulla brand identity e migliorare la comunicazione. Come anticipato, secondo la teoria dei Big Five, tutte le sfumature della personalità sarebbero riassumibili in cinque tratti ben precisi: estroversione, gradevolezza, apertura mentale, coscienziosità e nevroticismo.

Le cinque categorie

Vediamo ora le cinque macro categorie della personalità e le loro caratteristiche principali.

  • Apertura mentale: Le persone che si trovano in questa parte del tratto presentano caratteristiche come l’immaginazione e l’intuizione. Le persone con questa dimensione della personalità tendono ad avere una vasta gamma di interessi, sono creative, avventurose, curiose del mondo e delle altre persone e desiderose di imparare cose nuove e vivere esperienze inedite e sfide stimolanti.
    Le persone che hanno questa caratteristica ma a un livello basso, invece, sono molto tradizionaliste, non amano provare cose nuove e dicono di essere lontane dal pensiero astratto e teorico.
  • Coscienziosità: Queste persone sono molto preoccupate, controllano i propri impulsi e si concentrano sugli obiettivi. Sono anche molto ordinate, attento ai dettagli e pianificano in anticipo. Inoltre, sono molto consapevoli del modo in cui il loro comportamento può influenzare gli altri e tendono a essere molto attenti alle scadenze.
    Le persone con un basso livello di coscienziosità non sono molto organizzate e tendono a procrastinare.
  • Estroversione: L’estroversione è caratterizzata da eccitabilità, socievolezza, loquacità, assertività ed elevata quantità di espressività emotiva. Le persone con un alto livello di estroversione tendono a ricaricarsi energeticamente nelle situazioni sociali. Stare in mezzo ad altre persone li aiuta a sentirsi pieni di forza ed eccitati. Fanno volentieri nuove amicizie e non hanno difficoltà nell’esprimere la propria opinione.
    Le persone poco estroverse tendono a preferire la solitudine. Sono meno espansivi e hanno meno energia da spendere nei contesti sociali. Non amano conversare o iniziare nuove conversazioni con persone che non conoscono. Gli eventi pubblici possono sembrare loro faticosi, al punto da sentire il bisogno di trascorrere del tempo da sole una volta allontanate dal gruppo.
  • Piacevolezza: Questa dimensione della personalità include attributi come fiducia, altruismo, gentilezza, affetto e altri comportamenti pro sociali. Le persone con un alto livello di gradevolezza tendono ad essere collaborative ea provare empatia verso gli altri, mentre quelle con un basso livello di gradevolezza sono più competitive, sviluppano meno interesse per gli altri e talvolta risultano persino manipolatrici.
  • Nevroticismo: Il nevroticismo è un tratto caratterizzato da tristezza, malumore e instabilità emotiva. Gli individui ad alto contenuto di questo tratto spesso provano sbalzi d’umore, ansia, stress, irritabilità, preoccupazioni eccessive e tristezza. Quelli con bassi livelli di questo tratto tendono al contrario ad essere più stabili ed emotivamente resilienti, ad affrontare bene lo stress, a sentirsi spesso rilassati e raramente tristi o depressi.
Big Five OCEAN

La valutazione della personalità con il modello Big Five

Il modello dei Big Five può essere utilizzato per valutare la personalità di una persona mediante la compilazione di un questionario da parte del soggetto o mediante la valutazione della condotta in un contesto di simulazione.

Come riportato da State of Mind, esiste anche una versione italiana del modello Big Five. 

Gli autori della versione italiana hanno evidenziato che, a ognuna delle cinque dimensioni della personalità, corrispondono anche due sottodimensioni. Più nel dettaglio, quelle individuate sono le seguenti:

  1. Estroversione: dinamismo, dominanza
  2. Amicalità: cooperatività/empatia, cordialità/atteggiamento amichevole
  3. Coscienziosità: scrupolosità, perseveranza
  4. Stabilità emotiva: controllo delle emozioni, controllo degli impulsi
  5. Apertura mentale: apertura alla cultura, apertura all’esperienza

Applicare il modello Big Five per migliorare le strategie di marketing

I messaggi di marketing che riflettono i tratti della personalità del loro pubblico sono più efficaci. Spesso, un target di riferimento può essere raggruppato attorno a determinate dimensioni della personalità dei Big Five. Questo permette di creare dei messaggi mirati a seconda del tipo di personalità che si vuole raggiungere. Ad esempio, è probabile che un pubblico con un punteggio elevato in Coscienziosità sia guidato da un desiderio di ordine, efficienza e successo e risponderà meglio ai messaggi di marketing che promuovono vantaggi funzionali e annunci informativi.

Dall’altra parte, un pubblico che ottiene un punteggio elevato in Estroversione sarà attratto da brand che esprimono una personalità estroversa e amichevole, mentre in pubblico chi ottiene un punteggio elevato in Piacevolezza è più probabile che sia motivato dalla compassione, dall’armonia interpersonale e dal senso di appartenenza. Infine, è probabile che un pubblico con un punteggio elevato in Nevroticismo risponda bene ai messaggi che lo fanno sentire sicuro e protetto.

Conclusione

Come sostiene IDealogic Brand Lab, studiare e comprendere i tratti della personalità può aiutare i brand e gli esperti di marketing a comprendere meglio il loro pubblico di destinazione. Utilizzare il modello Big Five OCEAN permette di ottimizzare gli sforzi di marketing e aiutare il settore sales a raggiungere gli obiettivi.

Infatti, i grandi brand sono costruiti sulla base delle relazioni ed è certo che conoscere il proprio pubblico e i vari tratti della sua personalità sia fondamentale per costruire una relazione di successo e duratura.

Quello che la maggior parte delle aziende non fa è cercare di utilizzare un modello di personalità per conoscere i suoi consumatori. Distribuire un test completo della personalità a ogni cliente, non è ovviamente pratico. È possibile però farlo in maniera teorica sia per il modo in cui pensiamo ai consumatori, sia per la progettazione di una survey.

Una survey che tiene conto dei tratti della personalità del Big Five OCEAN può consentire di segmentare gli intervistati dal punto di vista psicografico, invece che da quello demografico o comportamentale.  La segmentazione psicografica suddivide i consumatori in gruppi basati su valori e convinzioni. I responsabili del marketing possono utilizzare queste informazioni per creare messaggi e contenuti creativi rivolti a target più ampi e sapere in anticipo chi sarà raggiunto con maggiore probabilità.