I venditori

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La figura del venditore, esperto e desideroso di portare a casa il risultato e stringere accordi ed affari è da sempre molto ricercata nelle aziende, ma quando si parla di venditori bisogna essere specifici perché non ne esiste un solo tipo.

Vediamo alcune varianti più nel dettaglio.

Venditori dipendenti e venditori a partita Iva

Innanzitutto, la prima distinzione da fare è tra venditori dipendenti e venditori Enasarco a partita Iva o agenti di commercio.

Nel primo caso, la risorsa viene assunta direttamente dall’azienda con regolare controllato, mentre nel secondo caso si tratta di un libero professionista che collabora e fattura con partita Iva.

Il venditore dipendente lavora per la crescita dell’azienda e ha uno stipendio fisso che solitamente viene arricchito da dei bonus, ma non è direttamente proporzionale al risultato. Sulla carta, il suo ruolo è più stabile di quello dell’agente, ma non sempre avere uno stipendio fisso può essere un incentivo per impegnarsi di più.

Il venditore a partita Iva, o agente di commercio, è invece un imprenditore di se stesso quindi la sua retribuzione varia a seconda dei risultati che porta a casa e può destreggiarsi tra diverse realtà, sfruttando più opportunità di mercato. Il suo compenso non è fisso e si basa sulle provvigioni sul venduto, quindi più vende e più guadagna. 

Si possono distinguere due tipi di agente di commercio:

  • gli agenti monomandatari, che promuovono esclusivamente le vendite di una sola azienda
  • gli agenti plurimandatari, che possono promuovere contemporaneamente le vendite di più aziende

Sia i venditori dipendenti che quelli con partita Iva collaborano regolarmente con l’azienda e devono rispettare orari e kpi assegnati.

Che cosa fa un venditore?

Un venditore deve ovviamente … vendere. Ma non solo.

Infatti, se il suo ruolo principale consiste nel fare business e fatturare, un’altra importante mansione è stringere contatti e mantenerli, lavorando nelle sue zone di competenza.

L’arte della vendita segue l’evoluzione delle tecnologie e deve sapersi modificare ed adattare ai nuovi metodi di comunicazione. Inoltre, deve saper conoscere i bisogni del cliente, variabili anch’essi in base al periodo e deve saper raccogliere informazioni e recensioni sfruttando le potenzialità del web.

Per questo, per fare il venditore sono fondamentali alcune caratteristiche personali come la proattività, un eloquio vincente, doti di persuasione, intelligente, empatia, desiderio di crescita e anche un po’ di sfacciataggine. 

Quale tipo di venditore è meglio per un’azienda?

Diciamo subito che non c’è una risposta semplice a questa domanda e tutto dipende sia dalle necessità di un’azienda sia dai clienti con cui si rapporta o che vuole raggiungere.

Avere un venditore tra i dipendenti della propria azienda ha il pro di poter gestire al meglio il suo tempo, dedicandolo interamente allo sviluppo commerciale aziendale e garantisce anche un più rapido accesso ai dati ed ai processi di vendita. Il contro è che, come tutti i dipendenti, ha un suo costo, che a volte può essere piuttosto elevato.

Un venditore indipendente, Enasarco, garantisce vari pro per l’azienda, come un basso rischio, costi più moderati e un bagaglio di esperienza che velocizza i processi interni. Infatti, spesso il venditore a partita IVA non necessa di formazione e sa già come muoversi o ha già un suo portafoglio di clienti. 

Insomma, non esiste un tipo di venditore migliore di un altro, come già detto, tutto dipende da vari fattori. La cosa fondamentale, comunque, rimane quella di considerare i comportamenti d’acquisto dei propri clienti e guidare i venditori a raggiungere i risultati.

La tua azienda ha un venditore tra le sue risorse o stai valutando di trovarne uno? Allora segui i nostri consigli e scopri come trovare quello più adatto alle tue esigenze