Chris Anderson e la teoria della Long Tail

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Una guida semplice e intuitiva per comprendere il modello di Business “Long Tail” ideato dal giornalista Chris Anderson.

Lo scrittore e giornalista statunitense Chris Anderson, laureato in fisica alla George W. University, ha lavorato per riviste prestigiose come “The Economist” e “Science” prima di arrivare, nel 2001, a Wired. Qui, ha ricoperto il ruolo del direttore fino al 2012. Ed è proprio grazie alla rivista mensile USA che il suo nome è diventato uno dei più importanti del settore delle nuove tecnologie. Curiosi di sapere perché? Scopriamolo insieme!

Chris Anderson, la storia

Nato a Londra nel 1961 e naturalizzato statunitense, Chris Anderson è un saggista e giornalista che ha lavorato per molte riviste importanti, fino ad approdare alla redazione di Wired Magazine USA, da lui diretto dal 2001 al 2012. Nel 2004 Chris Anderson ha pubblicato un articolo proprio sul giornale di cui era direttore, coniando il termine “Long Tail”, ovvero “Coda Lunga”.

Un pezzo che ha avuto un successo insperato, tanto da diventare la base di partenza per la creazione del best seller “The Long Tail: Why the Future of Business Is Selling Less of More”, edito nel 2006 in inglese e poi tradotto in più di trenta lingue (In italiano il titolo è “La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati). In questo progetto, il giornalista ha esposto la sua teoria secondo la quale internet ha travolto i modelli di business basati sul tradizionale meccanismo distributivo e comunicativo.

Nel 2007, Anderson venne inserito nella lista annuale dei 100 pensatori stilata da Time Magazine. Dopo il successo del primo libro, il saggista ha scritto “Free” e “Makers” (2012).

Che cos’è la teoria della Long Tail

L’espressione “Long Tail”, tradotta in italiano “Coda Lunga” è stata coniata da Chris Anderson in un suo articolo per Wired, pubblicato nel 2004. Questo termine descrive un modello economico e commerciale in cui i ricavi di una data società non si ottengono solo con la vendita di pochi oggetti in grandi quantità ma, al contrario, anche grazie alla vendita di poche quantità di tanti oggetti differenti.

Un modello utilizzato da colossi come Netflix o Amazon. Un dipendente di quest’ultimo, per esempio, ha definito la Long Tail così:

“Oggi abbiamo venduto più libri tra quelli che ieri non sono affatto andati venduti rispetto a quelli che ieri sono andati venduti.”

La caratteristica vincente di questo modello di business è che la domanda non si arresta mai, ma ha sempre la necessità di nicchie e di sotto nicchie per continuare il suo processo evolutivo. Inoltre, le persone vogliono avere sempre di più una varietà infinita di possibilità da vagliare, ed ecco il secondo motivo per cui la teoria di Anderson continua ad essere efficace.

Le caratteristiche principali e i vantaggi

Ecco i presupposti essenziali che determinano il successo del modello di business stilato dalla teoria della “Long Tail”:

  • Riduzione dei costi di distribuzione e di stoccaggio: i magazzini centralizzati hanno un costo minore di quelli dei negozi locali o di vendita al dettaglio;
  • Costi inferiori per il merchandising: le vetrine web possono mostrare grandi quantità di prodotti e/o servizi, diminuendo i costi di ricerca per l’utente e il costo di visualizzazione dell’inventario, andando ad aumentare il numero di prodotti di nicchia disponibili;
  • Raccomandazioni: i colossi come Amazon e Netflix usufruiscono di una modalità davvero interessante, ovvero la raccomandazione di prodotti o servizi (nel caso della piattaforma di streaming di serie tv, documentari e film) che potrebbero interessare al cliente, in base alle sue ricerche, ai suoi acquisti e alle sue visualizzazioni;
  • I contenuti collegati al cliente: l’utente medio, ormai, collabora (quasi) direttamente con l’azienda per organizzare le informazioni. Basti pensare alle “Long Tail Keywords”, ovvero alle parole chiave a coda lunga, che vengono spesso utilizzate dai soggetti quando sono già in una fase avanzata della loro ricerca;
  • La data intelligence: sia Netflix che Amazon utilizzano tutti i dati dei loro clienti per ideare una serie di contenuti studiati ad hoc, in base alle preferenze e alle ricerche mirate. Così, per esempio, Amazon ha ideato “Belei”, una linea di prodotti dedicata alla skincare routine e già diventata un successo (se ti interessa aumentare la tua visibilità su Amazon leggi il nostro articolo dedicato – “Come migliorare la visibilità su Amazon”)

I micro competitor, esempi di piccole realtà che si basano sulla Long Tail

Non solo giganti dell’imprenditoria, ma soprattutto micro realtà che riescono a trovare il loro spazio in un mercato completamente rinnovato. Delle vere e proprie piccole imprese che, morso dopo morso, riescono a strappare posizioni di mercato senza neanche rendersene conto. Pensiamo, per esempio, ai blogger o agli youtuber che, se presi singolarmente, spesso non possono neanche essere lontanamente paragonati alla tv generalista. Ma, se li osserviamo nel loro complesso, ecco che l’effetto cambia e va ad incidere sul settore televisivo classico. Così, il valore non si perde ma viene semplicemente redistribuito tra i long tail competitors del settore corrispondente.

Facciamo un altro esempio toccando un altro ramo, quello editoriale. Gli autori famosi vendono e tengono alto l’interesse, ma si è creata intorno a loro una nutrita schiera di autori secondari, tanto da spingere la stessa Amazon a fornire un servizio di self-publishing. In questo modo, la Long Tail può essere applicata a qualunque settore imprenditoriale, dalla moda (oggi esistono centinaia di brand minori, che competono con le grandi firme), ai generi alimentari (sempre più utenti scelgono di mangiare prodotti a km 0, vegani o senza glutine e di rivolgersi a piccole realtà).

Infine, possiamo dunque affermare che la Long Tail non è l’unica teoria applicabile, ma ha senza dubbio riscosso un grande successo in tutto il mondo e, ad oggi, è stata applicata a modelli di business di indiscusso prestigio e non potrebbe che portare ottimi risultati anche a te.